Sicurezza sul lavoro nel trasporto merci e nella logistica: linee guida
La sicurezza sul lavoro nel trasporto merci e nella logistica è un tema fondamentale da qualsiasi angolatura lo si analizzi: sanitaria, tecnica, economica. Purtroppo è anche un tema molto complesso, che coinvolge normative ora stringenti ora generiche. Senza contare la quantità e la varietà di soluzioni che consentono di mettersi in regola e garantire la possibilità di lavorare in sicurezza.
Ne parliamo qui, fornendo una guida esaustiva e dettagliata circa la sicurezza sul lavoro nel trasporto merci e nella logistica.
Faremo il punto sui rischi che i dipendenti di questi settori corrono, introdurremo e descriveremo le normative, presenteremo le soluzioni canoniche e quelle meno canoniche. Infine, focalizzeremo l’attenzione su una di queste soluzioni: l’impiego continuativo di carrelli saliscale.
L’importanza della sicurezza sul lavoro nel settore del trasporto merci e della logistica
L’importanza della sicurezza sul lavoro in un settore nevralgico come il trasporto merci, ma anche più banalmente nel segmento della logistica, non si può discutere. Tuttavia, la questione coinvolge almeno tre punti cruciali.
Etica. La sicurezza sul lavoro è una questione innanzitutto etica, che attiene ai diritti dei lavoratori. Nello specifico, al diritto di lavorare senza correre rischi per la propria salute. Non è necessario scomodare il tragico tema delle morti sul lavoro per comprendere l’importanza di questo aspetto. Basta pensare alle conseguenze che una “banale” usura articolare genera sul tenore di vita.
Sanità. In Italia vige un sistema di sanità pubblica dunque, certo in misura diversa a seconda dei casi, le problematiche del singolo sanitarie sono a carico della collettività. Prendere sul serio il tema della sicurezza sul lavoro significa dunque ridurre il numero degli infortuni piuttosto che dei casi di malattia, diminuendo al contempo la pressione sul sistema sanitario nazionale.
Economia. Infine, la questione è economica. Un’azienda funestata da incidenti e che vede il suo organico ridursi, ancorché temporaneamente, per problematiche di tipo sanitario, è un’azienda che versa in perenne stato di difficoltà. Le conseguenze riguardano da un lato la spesa che l’azienda in quanto tale deve sostenere (soprattutto in caso di risarcimento) e dall’altro lato il calo di produttività derivante dalla carenza di personale.
I rischi del trasporto merci
La sicurezza sul lavoro è una tema che coinvolge in modo trasversale quasi tutti i settori. Tuttavia, coinvolge soprattutto quelle attività che implicano la gestione di carichi pesanti, come possono essere il trasporto merci e la logistica. Vale dunque la pena indagare sui rischi specifici di queste attività. Iniziamo dai rischi legati al trasporto merci.
- Esposizione a condizioni climatiche avverse. Chi trasporta merci, o per meglio dire le consegna spesso è costretto a passare molto tempo all’aperto. Da qui, il rischio di subire le conseguenze di condizioni climatiche avverse, di eventi estremi (e purtroppo sempre più frequenti).
- Esposizione a stanza pericolose. Può capitare che il carico contenga sostanze pericolose e che sia stato confezionato/imballato/stoccato con scarsa perizia. In quel caso, i pericoli per la salute possono essere importanti.
- Incidenti stradali. Chi trasporta merci ed effettua consegne deve spostarsi in continuazione, dunque è esposto a un rischio di incidenti superiore alla media.
- Infortuni causati dai guasti ai mezzi operativi. I mezzi operativi, come le piattaforme aeree e i carrelli, possono andare incontro a guasti e causare infortuni sul lavoro.
- Eccesso di fatica e stress. La necessità di rispettare i tempi, l’obbligo di garantire l’integrità del carico, l’incertezza sulle condizioni in cui versano i luoghi di consegna (che possono facilitare o rendere difficoltoso il trasporto) generano spesso ansia e stress.
- Sollevamento e gestione di carichi molto pesanti. E’ il rischio più importante e più frequente per chi lavora nel trasporto merci e più specificatamente nel segmento delle consegne. La gestione dei carichi pesanti, il loro sollevamento e la loro movimentazione, mette a repentaglio l’integrità fisica dei lavoratori. Può portare a problemi articolari, che vanno dal classico mal di schiena alle tendiniti, alle lesioni legamentose. Molto spesso, infatti, si tratta di trasportare merci su per le scale, senza il conforto di un ascensore. La buona notizia è che molti di questi rischi possono essere mitigati mediante l’impiego di specifici mezzi operativi.
I rischi della logistica
I rischi corsi dei dipendenti del settore logistico sono simili a quelli corsi dai dipendenti del settore trasporto merci. D’altronde, anche in questo caso il fulcro dell’attività consiste nella movimentazione e nella gestione di carichi pesanti o comunque difficoltosi/pericolosi. L’unica grande differenza è che nel caso della logistica, tale movimentazione coinvolge prevalentemente spazi circoscritti, ovvero i locali che fungono da deposito o da magazzino. Questo pone in essere dei rischi ulteriori, oltre a quelli già descritti.
- Stress da lavoro monotono. Le attività legate alla logistica sono spesso ripetitive. Questo può aumentare lo stress a prescindere dal grado di complessità del lavoro.
- Cadute da grandi altezze. I depositi e i magazzini sfruttano lo spazio a trecentosessanta gradi, dunque i dipendenti lavorano spesso in altezza, con tutto ciò che ne consegue in caso di caduta.
- Guasti di mezzi operativi che lavorano in altezza. I mezzi operativi impiegati nella logistica lavorano su altezze considerevoli, pensiamo per esempio ai classici muletti e/o ai carrelli elevatori. Questi mezzi sono particolari in quanto potrebbero manifestare una fragilità superiore alla media.
Sicurezza sul lavoro nella logistica e nel trasporto merci: cosa dice la normativa
Le normative di riferimento più importanti sono:
- Il decreto legislativo n.81 del 2008, detto anche “Testo unico della sicurezza nei luoghi di lavoro”.
- Il decreto legislativo n. 629 del 1994.
Il primo stabilisce in maniera chiara i principi della sicurezza nei luoghi di lavoro, chiarendo le responsabilità e gli obiettivi, ma focalizzandosi soprattutto sui macchinari e sulle strumentazioni atte a garantire la sicurezza.
Il secondo integra in maniera compiuto il primo e si focalizza anche sulle procedure, considerate nella fattispecie come fattore fondamentale per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro.
Entrambi le normative spiccano per il livello di dettaglio e per la complessità. Qui ci preme presentare alcuni punti fondamentali, e che incidono anche e soprattutto sulla sicurezza sul lavoro nel trasporto merci e nella logistica.
- Il primo responsabile della sicurezza sul lavoro è il datore di lavoro. E’ un dato incontrovertibile, che lo chiama a importanti responsabilità e che lo espone a sanzioni importanti, nel caso in cui tradisse le aspettative del legislatore.
- Il datore di lavoro deve predisporre l’elaborazione del cosiddetto DVR. Ovvero, del Documento di Valutazione dei Rischi. Specifico per ciascuna azienda, questo documento contiene un’analisi dei rischi per la sicurezza e per la salute che le attività pongono in essere. Contiene anche le misure e le indicazioni finalizzate alla prevenzioni di tali rischi.
- Il datore di lavoro deve nominare delle specifiche figure addette alla sicurezza. Si parla, senza entrare troppo nello specifico, di addetti al servizio antincendio e al primo soccorso, del medico competente, dell’RSPP etc.
- Il datore di lavoro deve fornire ai dipendenti i DPI più adeguati allo svolgimento delle loro mansioni. Per inciso, con DPI si intende Dispositivi di Protezione Individuale, ovvero tutti quegli elementi che, se indossati, permettono all’individuo di proteggersi da sostanze pericolose, prevenire traumi, infortuni etc. Sono DPI, per esempio, i guanti, gli occhialini, le imbracature, le tute ignifughe etc.
- Il datore di lavoro deve fornire la strumentazione e i macchinari adatti allo svolgimento delle attività in tutta sicurezza. Ciò comporta un investimento per l’azienda, ma un investimento necessario, in quanto previene infortuni e facilita lo svolgimento delle attività. Nel caso del trasporto merci: piattaforme aeree, carrelli saliscali etc. Nel caso della logistica: muletti, carrelli elevatori a media o alta tecnologia etc.
Sullo sfondo, la necessità di formare i dipendenti sulla corretta esecuzione delle procedure ma anche tutte quelle attività che, in caso di emergenza, consentono di ridurre i danni e le conseguenze per la salute.
Le sanzioni
Le sanzioni coinvolgono (principalmente ma non solo) il datore di lavoro e si dividono in due tipologie.
- Penale, ovvero che comporta pene detentive e pecuniarie.
- Amministrativa, ovvero che comporta solo il pagamento di multe.
- Civile, ovvero che comporta il risarcimento del danno causato ai dipendenti (nonché delle spese processuali).
Lo schema sanzionatorio è molto complesso in quanto disciplina una serie di sanzioni specifiche per ogni obbligo disatteso. Ecco quelle più importanti.
- Mancata elaborazione del DVR. Arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da 2.500 a 5.400 euro.
- Mancato aggiornato del DVR. Arresto da 2 a 4 mesi o ammenda da 1.500 a 6.000 euro.
- Mancata fornitura dei dispositivo di protezione individuale. Arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da 2.740 a 7.014,40 euro.
- Violazione dell’obbligo di formazione. Arresto da 2 a 4 mesi o ammenda da 1.200 a 5.200 euro.
- Attrezzature e macchinari non a norma. Arresto da 3 a 6 mesi o ammenda da 2.740 a 7.014,40 euro
Come mettersi in regola
L’unico modo per mettersi in regola è passare in rassegna tutte le mancanze e gli obblighi violati/disattesi. Il consiglio comunque è di rivolgersi a un esperto di sicurezza sul lavoro. E’ la stessa normativa a caldeggiare questa soluzione. Infatti, impone all’azienda di nominare il cosiddetto RSPP, il Responsabile Servizio di Prevenzione e Protezione, che può essere anche un consulente esterno che lavora come autonomo. Sarà lui a individuare i punti su cui intervenire e permettere all’azienda di mettersi in regola.
Nella maggior parte dei casi, però, l’azienda difetta nella qualità delle attrezzature, delle strumentazioni e dei macchinari. Insomma, non mette a disposizione i mezzi sufficienti a uno svolgimento efficace e sicuro delle attività. Dunque, è proprio sul parco mezzi che si deve intervenire.
Il contributo dei saliscale elettrici
Limitatamente al tema della sicurezza sul lavoro nel trasporto merci e nella logistica, vi è una classe di mezzi operativi che può tornare utile: i carrelli saliscale elettrici.
Come suggerisce il nome, i carrelli saliscale elettrici sono in grado di trasportare merce su per le scale e in modo automatizzato. Sono movimentati da gruppi di tre ruote, più raramente da cingoli, nonché alimentati da una batteria.
Grazie ai carrelli saliscale elettrici chi lavora nel trasporto delle merci può effettuare le consegne senza correre rischi. Nello specifico, abbatte il rischio di infortuni muscolari, di mal di schiena, di usura delle articolazioni. Non è più costretto a sostenere, magari in compagnia di qualche collega, carichi pesanti con la forza delle braccia o ad affannarsi dietro un dispositivo manuale. Basta una leggera guida, che non richiede sforzi o l’applicazione della forza muscolare.
Per inciso, i carrelli saliscale sono utili anche per chi deve gestire un magazzino. Infatti, può capitare che i carrelli elevatori non bastino. Ciò accade, per esempio, quando i piani sono numerosi e raggiungono altezze considerevoli. In questo caso, sono collegati da scale di metallo, e quindi percorribili dai carrelli saliscale elettrici.
I saliscale di Mario Carrelli
I carrelli saliscale elettrici sono una realtà da molti anni. Tuttavia, il mercato è ancora in fase di sviluppo. Ciò implica la presenza di enormi differenze, in termini di qualità, tra un modello e l’altro, tra un brand e l’altro. In parole povere, alcuni sono più avanti degli altri.
Tra i capofila nello sviluppo dei carrelli saliscale spicchiamo noi di Mario Carrelli. Siamo sul mercato da sempre, ovvero da quando questi macchinari hanno fatto il proprio esordio.
Elaboriamo un’offerta di qualità, che si basa su tecnologie e idee progettuali avanzate. Soprattutto, puntiamo sulla specializzazione. Forniamo carrelli saliscale per ogni esigenza, per qualsiasi tipo di carico, per qualsiasi tipo di contesto (scale strette, larghe, a chiocciola).
Ecco alcuni dei nostri modelli di punta.
Mario Senior CS60
Il Senior CS60 è pensato per le merci estremamente ingombranti. E’ ideale per trasportare mobili ed elettrodomestici di dimensioni considerevoli. Ciononostante, non pecca in rapidità.
Ecco le specifiche principali:
- Dimensioni: 56 x 95 x 120 cm (piegato); 56 x 95 x 190 cm (esteso)
- Peso: 60 kg
- Carico massimo: 170 kg
- Velocità: 40-60 gradini al minuto
- Autonomia: 500-700 gradini
- Tempo di ricarica: 6 ore
Mario Senior SSN
Il Mario Senior SSN rappresenta un eccellente compromesso tra estrema rapidità dei movimenti e capacità.
Ecco alcune specifiche tecniche di Mario Senior SSN:
- Dimensioni: 54 x 50 x 42 cm (piegato); 54 x 50 x 190 cm (esteso)
- Peso: 45 kg
- Carico massimo: 170 kg
- Velocità: 40 gradini al minuto
- Autonomia: 1000 gradini
- Tempo di ricarica: 6 ore
Mario Junior RD Base
Il Mario Junior RD Base spicca per l’ottima capacità e per il design più snello. Dunque è perfetto non solo per i carichi pesanti, ma anche per quelli che si sviluppano in altezza.
Ecco le sue specifiche.
- Dimensioni: 54 x 50 x 130 cm (da compatto); 54 x 50 x 170 cm (da iperesteso)
- Peso: 40 kg
- Capacità di carico: 170 kg
- Autonomia: 1000 gradini
- Velocità: 40 gradini al minuto